Le quattro donne di Dio

“Uno dei libri più violenti che siano mai stati scritti sulla posizione della Chiesa nei confronti delle donne.”

Le Monde des livres

“Un’opera notevole, un saggio storico completo e documentato.

“L’Express”

Per oltre diciannove secoli, la Chiesa e i suoi teologi hanno avuto verso la donna sentimenti contradditori. Se pur ne amavano la dolcezza, la verginità, il dono della maternità, la ritenevano anche, nel profondo dell’animo, una puttana, una strega, fondamentalmente un essere inferiore. Persino le sante erano spesso mal viste, perché cercavano di uscire dall’anonimato contraddicendo la “naturale” modestia del loro sesso. Per tutti questi secoli, dunque, la Chiesa non ha cercato altro che la sottomissione femminile. Ma da dove viene questo mito dell’inferiorità della donna? L’autore, partendo da Eva e attraverso lo studio dei testi dalla Bibbia in poi, individua quattro tipologie di donna: la puttana, la strega, la santa e la Becassina (l’oca).
4 donne
Non era mai stato nelle intenzioni di Gesù Cristo colpevolizzare, condannare e perseguitare le donne. Eppure, in suo nome, per secoli il sesso femminile è stato vilipeso e sottomesso. In alcuni periodi storici i ministri di Dio sulla terra hanno dimostrato addirittura un odio feroce e ossessivo. Per duemila anni, così, hanno sfilato nell’immaginario cattolico modelli di donna fissi, che nascondono sentimenti contraddittori: le diverse figure di madre, fra cui spiccano Eva, colpevole di averci condotti alla dannazione, e Maria, vergine e genitrice al contempo. E poi le puttane e le streghe, fatte di sola carne e prive di dignità umana, che impersonano il peccato, la sessualità, il Diavolo. A qualsiasi modello la si riduca, la donna è sempre l’origine di ogni male, un essere che sovverte l’armonia del mondo e le leggi che lo governano; una creatura da sorvegliare e controllare, se non si vuole precipitare nel caos. Nemmeno la santa è un personaggio del tutto positivo: perfino lei è guardata con sospetto, in quanto portatrice di una volontà di autonomia e realizzazione personale che non si addice alla donna.Ma non esiste dunque un modello femminile che possa soddisfare la cultura cattolica? Ripercorrendo i testi dei Padri della Chiesa, passando per la Controriforma e la caccia alle streghe, analizzando secoli di repressione sessuale, sottomissione, disprezzo, Guy Bechtel arriva a concludere che sì, ne esiste uno, e risponde ai canoni di Bécassine, un personaggio dei fumetti francesi dell’inizio del ventesimo secolo: si tratta di una giovane domestica di provincia, stupida ma simpatica, un’oca allegra e devota. In un saggio che dà testimonianza di ingiurie, pregiudizi, fobie e angherie di cui si è macchiata la nostra cultura, viene tracciata la storia completa dell’antifemminismo cattolico. Un percorso nell’evoluzione delle idee e del costume che aiuta anche a comprendere i conflitti attuali sui temi della parità, dell’aborto, della contraccezione.””Tutto quello che vi è di cattivo nella donna è la conseguenza della sua originaria debolezza: i teologi cristiani dei tempi passati hanno tutti più o meno condiviso questo punto di vista sull’inferiorità fondamentale delle figlie di Eva. Davvero curioso, visto che Gesù non ha mai detto nulla di simile. Ma questo non è che un ulteriore tradimento del suo messaggio.

Descrizione

3 pensieri su “Le quattro donne di Dio

  1. STRUTTURA DELLA LOGICA DI DOMINIO INCULCATA DA TUTTE LE PSEUDORELIGIONI, TRA LE QUALI AD ESEMPIO IL CRISTIANESIMO

    Ritengo che il fenomeno “storicistico” della plurimillenaria misoginia, apparentemente
    irrazionale, è stato invece l’esito logico della fattuale instaurazione di relazioni interindividuali fondate sul dominio psichico e sullo sfruttamento economico, ovvero, e con maggiore precisione, il fenomeno “storicistico” della plurimillenaria misoginia è stato l’esito delle istanze di riproduzione del dominio psichico e dello sfruttamento economico, istanze che certamente non potevano essere imposte con il semplice uso della forza bruta e che perciò si sono dovute dotare di una logica violenta adeguata allo scopo: cioè della logica uni-dimensional-dia-lettica, tutt’ora in auge, non aderente alla vita ed al ritmo pluralistico e sintetico della vita, ma costruita intorno ad unità artificiali inglobanti, ognuna delle quali strutturata e (dis)ordinata mediante bipolarismi interni conflittuali e gerarchici ed all’occorrenza dottrinariamente dialettizzati, cioè intorno ad organismi culturali geneticamente modificati (O.C.G.M.): spirito/materia, anima/corpo, ragione/sentimento, bisogno/desiderio, necessità/possibilità… e dunque dio/diavolo, uomo/donna. Allora: le narrazioni del dio creatore e di Eva che nasce dalla costola di Adamo molto chiaramente fondano e legittimano a livello cosmico e a livello antropologico il paradigma logico del dominio storicamente affermatosi circa cinquemila anni fa.

    La via della liberazione, ancora possibile, pertanto non può che essere la via della liberazione dalla plurimillenaria monocrazia della dimensione utilitaristico-anestetica, attraverso il recupero della autonomia delle altre dimensioni esperienziali, della dimensione estetica e della dimensione etica, e attraverso il ripristino tra le tre dimensioni esperienziali (estetica, etica, ed anestetica) di relazioni nuovamente sintetiche, non gerarchiche e non conflittuali.
    (Invito alla lettura del mio componimento “Tra l’utile e il futile” smascherante il dogma della trinità).

    Udine, 27 aprile 2013 – Aldo Pagano – aldo.pagano.ywmr@alice.it

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    • Benvenuto a lei Aldo Pagano
      sono lietissima di riscontrare nella sua ineccepibile disamina la medesima linea adottata in queste pagine: l’offuscamento della dimensione esperienziale è tutt’ora vigente. Sta a noi “il ritorno al naturale”

      grazie

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  2. Ciao Fiorella,

    dove c’è libero sentimento libero pensiero e libero agire, cioè laddove la comunicazione è più espressione più dialogo e più con-D-visione, e molto meno informazione monologismo ed apprensione, la pregiudiziale distanza mediante l’intervento prudenziale della terza persona mi appare francamente disarmonica rispetto ai contenuti manifestati nell’incontro, una subdola interposizione del “verbo” delle cosiddette divinità trascendenti alle quali più o meno consapevolmente rendiamo un indebito tributo di assoggettamento e del quale decliniamo voleri divieti ed imposizioni anche quando ciò non è per così dire inevitabile: perciò qui dove entrambi penso ci muoviamo in un’area di relazioni non utililitaristico-anestetiche, io unilateralmente interloquisco senza l’ausilio di artefatte mediazioni e quindi eccomi TI riproduco qui di seguito il mio componimento “Tra l’utile e il futile” da me indicato alla fine del mio precedente commento.

    Sin’ora ho riscontrato che il testo di questo componimento non è di facile lettura, ma ciò è dovuto un po’alla condensazione del pensiero in esso contenuto, ed un po’ anche alla estraneità del testo al totalitarismo della logica unidimensionale imperante ormai da alcuni millenni. Ma magari avremo modo di parlarne in seguito!

    Udine, 28 aprile 2013 – Aldo Pagano – aldo.pagano.ywmr@alice.it

    ————————————-

    TRA L’UTILE E IL FUTILE
    I QUOTIDIANI MILLE TRAVESTIMENTI
    DEL NIENTE
    Ovvero
    L’AN-ES-T-ETICA ID-ENTITA’
    Ovvero
    LA FABBRICA DEGLI SCHIAVI

    ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° °

    Tra l’utile e il futile
    la quotidiana finta solidarietà
    di lamenti intessuta
    e di sterili racconti
    ovvero
    la monoteistica e delinquenziale
    triade mistica e nichilistica
    dell’assoluzione
    deresponsabilizzante
    cioè nell’ordine
    soltanto espositivo
    il padre illegittimo e geloso
    assoluto e asessuato (1)
    l’utile (1)
    o unico principio
    il figlio castrato
    il futile
    o perfetto subordinato
    e lo spirito “santo” (2)
    o an-es-t-etica ID-entità
    del puro e adialogico formalismo
    essenza del millenario dominio
    pigramente
    affettuosamente
    ed acriticamente legittimante
    il disordine costituito

    Aldo Pagano – aldo.pagano.ywmr@alice.it

    Udine, 19 ottobre 2007

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