Il Rinascimento.

L’abito in Europa fin verso gli inizi del XIII secolo era rimasto quello dell’età Barbarica, poi il risveglio economico e il commercio verso le rotte occidentali portò a quello che si può definire inizio della moda, tra il 1400-1450 la moda era caratterizzata da abiti principeschi comuni, definita eleganza Gotico – Internazionale. Nel 1500 è la moda “in nero”‘ severa e Spagnola a prendere il posto dell’abito rinascimentale Italiano. Il nero,che può sembrare un colore formale, venne apprezzato per la sua rarità era infatti difficile dare ai tessuti questa tinta. Con l’avvento della moda ogni rango cercò di distinguersi,gli abiti non furono comuni a tutti e si distinguevano per il ceto sociale. Alla moda “in nero” Spagnola sopraggiunse quella Francese dai colori vivaci.

Per capire meglio i cambiamenti della moda in Italia occorre osservare i dipinti raffiguranti alcuni nobili italiani.Ad esempio il “Conte Roberto SanSeverino” ritratto nel giorno delle sue nozze con Lucrezia Malvolti indossava un abito la cui eleganza metteva in risalto la sua figura d’uomo,mentre l’abito femminile della sposa faceva notare indifferenza nei confronti del corpo femminile.Nel ritratto di Bellini raffigurante l’ex Regina di Cipro e le sue dame,viene mostrata una donna diversa,curata,austera e con un abito che mette in risalto la femminilità. Grazie ai dipinti si può notare il cambiamento della moda maschile,Galeazzo Maria Sforza ad esempio indossa un saio su cui è ricamato un giglio,ostenta civetteria nel modo di tenere il guanto con l’altra mano inguantata,i capelli lunghi e il volto rosato. Giulio II seguito da Francesco I e da Carlo V, lanciarono la moda della barba,baffi e capelli corti.

La chiesa protesto` contro il pelo sul viso, anche se furono proprio i frati a continuare questa moda. Un nuovo capo d’abbigliamento entra a far parte della moda” il Copricapo” o berretto,da alcuni indossato spoglio,mentre da altri arricchito con ornamenti.Viene lanciata la moda del saluto togliendosi il copricapo per lo più per attirare l’attenzione su di esso.Anche l’acconciatura femminile subisce delle variazioni,alcune donne come Bianca Maria Visconti portavano la fronte scoperta,altissima e un velo corto sulla crocchia,altre dame portavano la lenza,la cartellina sulla fronte e a volte anche la cuffia bordata di perle o fatta di passamaneria. Alcune dame portavano la lunghissima treccia,avvolta in nastri chiamata”coazzone”.Nel periodo in cui si curava molto l’acconciatura femminile e l’uso della passamaneria,si diffonde la produzione del baco da seta e il gelso.La corte si serve della moda per stabilire la sua autorità,che si deve riflettere non solo all’interno della propria struttura,ma anche esteriormente usando particolari vesti e non solo quelle cerimoniali .

I Principi diventano così i prototipi incaricati di stabilire e diffondere la moda,l’abbigliamento diventa così un elemento essenziale per stabilire la propria egemonia politica. I segni esteriori come insegne,divise contraddistinguono l’abbigliamento delle corti rinascimentale .L’abito assume così un duplice ruolo,quello rappresentativo e quello manufatto prezioso,con un duplice pregio,di onorificenza e quello materiale.Nel 1400 le manifestazioni esteriori e il costume sono all’insegna della semplicità degli antichi,nel 1500 c’è la tendenza ad esibire l’aspetto sontuoso nel suo massimo splendore.La moda “in nero” delle vesti imputata alla severità Spagnola portata da Carlo V e dal suo seguito alla corte di Asburgo,divennero la massima espressione dell’abbigliamento cerimoniale,usato sia nel lutto e negli avvenimenti solenni come le celebrazioni nuziali per la sua pregiatezza,spesso accompagnato da ornamenti dorati.Con il diffondersi della moda Francese dai colori vivaci,il nero venne relegato e usato solo per vesti cerimoniali.

La corte non si sottrae alle imposizioni della moda,ma è essa stessa la divulgatrice, la nobiltà aristocratica è la responsabile della creazione di nuove invenzioni come ad esempio la fiorente fabbrica di feltri lombardi in Italia. In Italia con Isabella d’Este detenne il primato per l’eleganza che era temuta dalla regina di Francia.Nelle corti delle grandi capitali Europee era consuetudine far circolare “Le Puve”(ragazza) vestita secondo la moda attuale,già diffusa nel XVI secolo so protrasse per più di due secoli, fin quando l’attenzione fu rivolta alla “Rue-Saint-Honore`”in attesa delle nuove invenzioni di Rose Bertin,la sarta di Maria Antonietta. Nell’abbigliamento vi era la smania di supremazia tra le protagoniste femminili,sempre in gara di eleganza,come ad esempio la Marchesa da Mantova con quella da Venezia,da Roma.da Firenze. Si creò un vero clima di spionaggio,di scambi diplomatici sui segreti vestimentali. Da ricordare la rivalità tra la Marchesina e la cognata Estense,legate da una morbosa curiosità per l’abbigliamento di entrambe,riflesso delle diversità tipologiche nelle relative aree di appartenenza.

Ciò che distingueva le dame di rango delle altre erano l’eleganza, lo sforzo e il cerimoniale all’interno della corte era sempre più basato su codici fissi e autoregolamenti fino ad arrivare ad assomigliare a quelle della corte di Versailles. Per studiare i cambiamenti che la moda ha subito nei secoli,occorre servirsi dei documenti artistici soprattutto quelli pittorici.Spesso però i pittori si sono serviti della loro fantasia per raffigurare le decorazioni delle stoffe in uso in quel tempo.Tra gli artisti da ricordare vi sono i pittori fiamminghi come Paolo Uccello,Benozzo Gozzoli (1420-1497),Piero della Francesca,Domenico Veneziano.La testimonianza maggiore sulla moda e i costumi dell’epoca viene dai dipinti che raffigurano di vita nelle diverse corti. Nel 1500 artisti come Raffaello e Tiziano, hanno lasciato delle eccezionali rappresentazioni di abiti femminili.Il genere pittorico che fornisce maggior spunto allo studio della moda nel rinascimento è quello delle ritrattistica di artisti come Moretto,Romanino,Giovan battista Moroni,Paolo Veronese e il più famoso il ritratto di Eleonora da Toledo del Bronzio.

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