Oblio d’amore… – Silvana Stremiz

Una notte di pura follia
un gioco erotico fatto di sguardi
di silenzi, di parole, trasgressione
e sussurri dell’anima.
Il donarsi è totale
in quella danza senza ipocrisia.
Parlano i silenzi ballano i SENSI.
In una solo una notte
dove tutto è lecito
senza inibizioni.Il proibito è dei codardi
che non sanno amare
che non sanno vivere
ogni battito dell’essere vivi.Gli abiti cadono a terra spogli di tutto.
Le labbra percorrono antichi sentieri
segnati dal tempo ma vivi d’amore dentro.
Il brivido profondo l’uno dentro l’altro
una sola entità.
Respiri di me respiro di te
per quell’ATTIMO ETERNO
che ci compone.Una forte stretta
uno struggente abbraccio
l’uno dell’altro.
Prima di riprenderci i corpi
e andarcene via
così…. con un addio
Io eternamente parte di te
Tu eternamente parte di me.
Silvana Stremiz

Ana Rossetti. A un giovane con il ventaglio

Ritratto Di Giovane Gentiluomo Con Ventaglio Oil Painting – Pietro Longhi
Che affascinante è la tua inesperienza.
La tua mano rozza, fedele persecutrice
di una grazia ardente che indovini
nel viavai penoso dell’allegro avambraccio.
Qualcuno cuce nel tuo sangue lustrini
affinché attraversi
le rotonde soglie del piacere
e provi contemporaneamente sdegno e seduzione.
In quel larvato gesto che rischi
si scorga tua madre, inclinata
nella grigia balaustra del ricordo.
Ed i tuoi occhi, attenti al paziente
ed indimenticabile esempio, si socchiuderanno.
Mentre, adorabile
e pericolosamente, ti allontanerai.
Ana Rossetti – Incoffessabile
E’ tanto adorabile introdurrmi nel suo
letto, mentre la mia mano vagante
riposa, trascurata, tra le sue gambe,
e sguainando la colonna tersa – il suo cimiero
rosso e sugoso avrà il sapore delle fragole,
piccante- presenziare all’inaspettata
espressione della sua anatomia che non sa
usare, mostrargli la l’arrossata incastranatura
all’indeciso dito, somminestrandogliela
audacemente con perfide e precise dosi.
E’ adorabile pervertire un ragazzo, estrarrgli
dal ventre vaginale quella ruggente tenerezza
tanto simile al rantolo finale di un agonizzante,
che è impossibile non condurlo a sfinirsi mentre eiacula.
Ana Rossetti – Vieni, entra e coglimi
Vieni, entra e coglimi, saggiami provami…
comprimimi discioglimi tormentami…
infiammami programmami rinnovami.
Accelera… rallenta… disorientami.
Cuocimi bollimi addentami… covami.
Poi fondimi e confondimi… spaventami…
nuocimi, perdimi e trovami, giovami.
Scovami… ardimi bruciami arroventami.
Stringimi e allentami, calami e aumentami.
Domami, sgominami poi sgomentami…
dissociami divorami… comprovami.
Legami annegami e infine annientami.
Addormentami e ancora entra… riprovami.
Incoronami. Eternami. Inargentami.
Pablo Neruda – Canzone del maschio e della femmina!
Canción del macho y de la hembra!
Canción del macho y de la hembra!
La fruta de los siglos
exprimiendo su jugo
en nuestras venas.
Mi alma derramándose en tu carne extendida
para salir de ti más buena,
el corazón desparramándose
estirándose como una pantera,
y mi vida, hecha astillas, anudándose
a ti como la luz a las estrellas!
Me recibes
como al viento la vela.
Te recibo
como el surco a la siembra.
Duérmete sobre mis dolores
si mis dolores no te queman,
amárrate a mis alas
acaso mis alas te llevan,
endereza mis deseos
acaso te lastima su pelea.
¡Tú eres lo único que tengo
desde que perdí mi tristeza!
¡Desgárrame como una espada
o táctame como una antena!
Bésame
muérdeme,
incéndiame,
que yo vengo a la tierra
sólo por el naufragio de mis ojos de macho
en el agua infinita de tus ojos de hembra!
Canzone del maschio e della femmina!
Canzone del maschio e della femmina!
Il frutto dei secoli
che spreme il suo succo
nelle nostre vene.
La mia anima che si diffonde nella tua carne distesa
per uscire migliorata da te,
il cuore che si disperde
stirandosi come una pantera,
e la mia vita, sbriciolata, che si annoda
a te come la luce alle stelle!
Mi ricevi
come il vento la vela.
Ti ricevo
come il solco il seme.
Addormentati sui miei dolori
se i miei dolori non ti bruciano,
legati alle mie ali,
forse le mie ali ti porteranno,
dirigi i miei desideri,
forse ti duole la loro lotta.
Tu sei l’unica cosa che possiedo
da quando persi la mia tristezza!
Lacerami come una spada
o senti come un’antenna!
Baciami,
mordimi,
incendiami,
che io vengo alla terra
solo per il naufragio dei miei occhi di maschio
nell’acqua infinita dei tuoi occhi di femmina!
Drummond Carlos de Andrade: Il culo che meraviglia
A bunda, que engraçada
A bunda, que engraçada.
Está sempre sorrindo, nunca é trágica.
Não lhe importa o que vai
pela frente do corpo. A bunda basta-se.
Existe algo mais? Talvez os seios.
Ora — murmura a bunda — esses garotos
ainda lhes falta muito que estudar.
A bunda são duas luas gêmeas
em rotundo meneio. Anda por si
na cadência mimosa, no milagre
de ser duas em uma, plenamente.
A bunda se diverte
por conta própria. E ama.
Na cama agita-se. Montanhas
avolumam-se, descem. Ondas batendo
numa praia infinita.
Lá vai sorrindo a bunda. Vai feliz
na carícia de ser e balançar
Esferas harmoniosas sobre o caos.
A bunda é a bunda
redunda.
Il culo, che meraviglia
Il culo, che meraviglia.
E’ tutto un sorriso, non é mai tragico.
Non gli importa cosa c’é
sul davanti del corpo. Il culo si basta.
Esiste dell’altro? Chissà, forse i seni.
Mah! – sussurra il culo – quei marmocchi
ne hanno ancora di cose da imparare.
Il culo sono due lune gemelle
in tondo dondolio. Va da solo
con cadenza elegante, nel miracolo
d’essere due in uno, pienamente.
Il culo si diverte
per conto suo. E ama.
A letto si agita. Montagne
s’innalzano, scendono. Onde che battono
su una spiaggia infinita.
Eccolo che sorride il culo. E’ felice
nella carezza di essere e ondeggiare.
Sfere armoniose sul caos.
Il culo é il culo,
fuori misura.
Octavio Paz – Toccare
Palpar
Mis manos
abren las cortinas de tu ser
te visten con otra desnudez
descubren los cuerpos de tu cuerpo
Mis manos
inventan otro cuerpo a tu cuerpo.
Toccare
Le mie mani
aprono la cortina del tuo essere
ti vestono con altra nudità
scoprono i corpi del tuo corpo
le mie mani
inventano un altro corpo al tuo corpo.
Stéphane Mallarmé – Prosa dei folli
Pros des Focus
Du “Mysticis Umbraculis”
Elle dormait: son doigt tremblait, sans améthyste
Et nu, sous sa chemise: après un soupir triste,
Il s’arrêta, levant au nombril la batiste.
Et son ventre, sembla de la neige où serait,
Cependant qu’un rayon redore la forêt,
Tombé le nid moussu d’un gai chardonneret.
Prosa dei folli
Da “Mysticis Umbraculis”
Ella dormiva : il suo dito tremava, senza ametista
e nudo, sotto la sua camicia, dopo un sospiro triste
si fermò, alzando all’ombelico la batista.
E il suo ventre sembrò neve dove fosse,
mentre un raggio indora la foresta,
caduto il nido muschioso di un gaio cardellino.
Ana Rossetti: Dei pubi angelici
De los pubis angélicos
(A mi adorada Bibì Andersen)
Divagar
por la doble avenida de tus piernas,
recorrer la ardiente miel pulida,
demorarme, y en el promiscuo borde,
donde el enigma embosca su portento,
contenerme.
El dedo titubea, no se atreve,
la tan frágil censura traspasando
-adherido triángulo que el elástico alisaa
saber qué le aguarda. A comprobar, por fin, el sexo de los àngeles.
Dei pubi angelici
(Alla mia adorata Bibì Andersen)
Divagare
per il doppio corso delle tue gambe,
percorrere l’ardente miele pulito,
soffermarmi, e nel promiscuo bordo,
dove l’enigma nasconde il suo portento,
contenermi.
Il dito esita, non si azzarda,
la così fragile censura trapassando
– aderito triangolo che l’elastico liscia –
sapendo cosa lo aspetta.
Comprovando, infine, il sesso degli angeli.
Lawrence David Herbert – Gioventù vergine
Virgin Youth
Now and again
All my body springs alive,
And the life that is polarised in my eyes,
That quivers between my eyes and mouth,
Flies like a wild thing across my body,
Leaving my eyes half-empty, and clamorous,
Filling my still breasts with a flush and a flame,
Gathering the soft ripples below my breasts
Into urgent, passionate waves,
And my soft, slumbering belly
Quivering awake with one impulse of desire,
Gathers itself fiercely together;
And my docile, fluent arms
Knotting themselves with wild strength
To clasp-what they have never clasped.
Then I tremble, and go trembling
Under the wild, strange tyranny of my body,
Till it has spent itself,
And the relentless nodality of my eyes reasserts itself,
Till the bursten flood of life ebbs back to my eyes,
Back from my beautiful, lonely body
Tired and unsatisfied.
Gioventù vergine
Di quando in quando
tutto m’ansima il corpo
e la vita mi appare negli occhi,
tra essi vibrando e la bocca
giù selvatica discende per le membra
lasciando gli occhi miei svuotati tumultuanti
e il petto mio quieto colma d’un fremito e un calore;
e giù per le snelle ondulazioni sottostanti
che onde diventan pesanti, di passione gonfie
e il ventre mio placido e sonnolento
all’istante ribelle si desta bramoso,
eccitato sforzandosi e attento,
mentre le tenere braccia abbandonate
con forza selvaggia s’incrociano
a stringere – quel che non hanno stretto mai.
E tutto io vibro, tremo e ancora tremo
finché la strana potenza che il corpo mi scuoteva
non svanisce
e nobile non risorge l’ininterrotto fluire della vita
nella durezza implacabile dei miei occhi,
non risorge dalla bellezza solitaria del corpo mio
esausto e insoddisfatto.
Paul Verlaine. Biglietto a Lily
Billet à Lily
Ma petite compatriote,
M’est avis que veniez ce soir
Frapper à ma porte et me voir.
Oh la scandaleuse ribote
De gros baisers – et de petits,
Conforme à mes gros appétits!
Mais les vôtres sont-ils si mièvres?
Primo, je baiserai vos lèvres
Toutes! C’est mon cher entremets,
Et les manières que j’y mets,
Comme en toutes choses vécues,
Sont friandes et convaincues.
Vous passerez vos doigts jolis
Dans ma flave barbe d’apôtre
Et je caresserai la vôtre,
Et sur votre gorge de lys,
Où mes ardeurs mettront des roses,
Je poserai ma bouche en feu;
Mes bras se piqueront au jeu,
Pâmés autour de bonnes choses
De dessous la taille et plus bas, –
Puis mes mains, non sans fols combats
Avec vos mains mal courroucées,
Flatteront de tendres fessées
Ce beau derrière qu’étreindra
Tout l’effort qui lors bandera
Ma gravitè vers votre centre…
A mon tour je frappe. O dis: Entre!
Biglietto a Lily
Mia piccola compatriota
credo che verrete stasera
a bussare alla mia porta e vedermi,
oh la scandalosa bisboccia
di baci grossi e piccoli
secondo i miei grossi appetiti!
Ma i vostri son poi così esili?
Primo, bacerò le vostre labbra,
tutte, come un caro piatto di mezzo,
e i modi che impiegherò,
come in tante cose vissute,
sono ghiotti e convincenti!
Passerete le vostre belle dita
nella mia fulva barba d’apostolo,
mentre accarezzerò la vostra.
E sulla vostra gola di giglio,
dove i miei ardori metteranno rose,
poserò la mia bocca in fuoco.
Le mie braccia si ostineranno al gioco,
estasiate attorno a buone cose
di sotto la vita e più giù ancora.
Poi le mani, non senza folli lotte,
con le vostre mani mal adirate
blandiranno con tenere sculacciate
quel bei sedere che stringerà
tutto lo sforzo che allora tenderà
la mia gravita verso il vostro centro.
Busso a mia volta. Oh dimmi: Entra!
Prévert Jacques. M’ha fatta l’amore
C’est l’amour qui m’a faite
Je suis née toute nue
Je vis comme je suis née
Je suis née toute petite
Si j’ai grandi trop vite
Jamais je n’ai changé
Et je vis toute nue
Pour la plupart du temps
Ce temps où je vis nue
Ce temps c’est de l’argent
C’est l’amour qui m’a faite
l’amour qui m’a fait fête
L’amour qui m’a fait fée
Où est il donc parti
L’amoureux que j’avais
Qui me faisait plaisir
Qui me faisait rêver
Qui me faisait danser
Danser a sa baguette
C’était mon chef d’orchestre
Moi son corps de ballet
C’est l’amour qui m’a faite
L’amour qui m’a fait fête
L’amour qui m’a fait fée
Et je vous change en bête
Chaque fois que ca me palit
Votre amour me fait rire
Votre amour n’est pas vrai
Marchez a ma baguette
Et passez la monnaie
C’est l’amour qui m’a faite
L’amour qui m’a défaite
Et m’a abandonnée
L’amoureux que j’avais
Où s’en est il allé
Où s’en est il allé
Où s’en est il allé.
M’ha fatta l’amore
Nuda son nata
come son nata vivo
piccola son nata
e troppo in fretta cresciuta
ma non son mai cambiata
e nuda vivo
la maggior parte del tempo
quel tempo dove vivo nuda
quel tempo è denaro.
M’ha fatta l’amore
l’amore che mi ha fatto festa
l’amore che mi ha fatto fata
dov’è mai andato a cacciarsi
l’innamorato che avevo
che mi faceva piacere
che mi faceva sognare
che mi faceva ballare
ballare al ritmo della sua bacchetta
era il mio direttore d’orchestra
io il suo corpo di ballo.
M’ha fatta l’amore
l’amore che mi ha fatto festa
l’amore che mi ha fatto fata
e io vi trasformo in tante bestie
ogni volta che mi pare
il vostro amore mi fa ridere
il vostro amore non è amore
vi comando a bacchetta
fuori la grana.
M’ha fatto l’amore
l’amore che mi ha sfatta
e in asso m’ha piantata
l’innamorato che avevo
dov’è finito mai
dov’è finito mai
dov’è finito mai.
Per le nozze di una vergine. Dylan Thomas
On the Marriage of a Virgin
Waking alone in a multitude of loves when morning’s light
Surprised in the opening of her nightlong eyes
His golden yesterday asleep upon the iris
And this day’s sun leapt up the sky out of her thighs
Was miraculous virginity old as loaves and fishes,
Though the moment of a miracle in unending lightning
And the shipyards of Galilee’s footprints hide a navy of doves.
No longer will the vibrations of the sun desire on
Her deepsea pillow where once she married alone,
Her heart sll ears and eyes, lips catching the avalanche
Of the golden ghost who ringed with his streams her mercury bone,
Who under the lids of her windows hoisted his golden luggage,
For a man sleeps where fire leapt down and she learns through his arm
That other sun, the jealous coursing of the unrivelled blood.
Per le nozze di una vergine
Svegliandosi sola in una moltitudine d’amori quando la luce del mattino
Sorprese nell’aprirsi dei suoi occhi lunghi tutta la notte
Il suo dorato ieri addormentato sull’iride
E il sole d’oggi balzò al cielo fuori dalle suo cosce,
Fu la miracolosa verginità antica come i pani e i pesci,
Benché l’istante d’un miracolo sia un lampo senza fine
E i cantieri delle orme di Galilea nascondano una flotta di Colombi.
Mai più le vibrazioni del sole brameranno
Sul mare profondo del guanciale dove un tempo si sposava solitaria,
Il suo cuore tutt’occhi e orecchi, le labbra catturanti la valanga
Del fantasma dorato che accerchiò coi suoi fiumi il suo osso di mercurio
E tra le imposte delle sue finestre sollevò un aureo bagaglio,
Perché un uomo dorme dove il fuoco discese ed ella apprende dal braccio di lui
Quell’altro sole, il correre geloso del sangue senza rivali.
Emily Jane Bronte. Parla per me
Deve rispondere la luce del tuo sguardo,
ora che la ragione, con occhi sdegnosi,
irride alla mia piena sconfitta!
La tua lingua di miele deve parlare per me
e dire perchè io ti abbia scelto!
La severa ragione viene al giudizio,
vestita delle sue vesti più cupe:
sarai muto tu, mio difensore?
No, angelo radioso, parla per me,
spiega perchè io abbia scagliato lontano il mondo.
Perchè con tanta ostinazione ho evitato
il comune sentiero che ognuno ha seguito,
perchè ho percorso una strada sconosciuta,
ignorando a un tempo potere e ricchezza –
le ghirlande della gloria e i fiori del piacere.
Un tempo apparivano creature divine;
un tempo forse udirono i miei voti,
e sui loro altari videro le mie offerte;
ma, doni senza amore non sono apprezzati,
e i miei vennero disprezzati giustamente.
Con un cuore pronto ho giurato
di ignorare i loro altari di pietra;
ho consacrato il mio spirito ad adorare
te, creatura fantasma, onnipresente;
mio schiavo, mio compagno e mio re.
Schiavo, perchè ancora ti governo;
ti piego alla mia volontà che vuol mutare,
rendo buono o cattivo il tuo influsso:
compagno, perchè la notte e il giorno
tu sei la mia intima delizia.
Pena tanto amata che lacera e ferisce
e strappa dalle lacrime un grido di gioia
offuscando per me ogni terrena cura;
tuttavia, re, se pure la prudenza
ha insegnato alla tua schiava a ribellarsi.
Sono in torto se mi inchino a venerare
là dove la fede non ha dubbi, nè la speranza dispera,
poichè la mia stessa anima può esaudire la preghiera?
Parla, dio delle visioni, parla per me,
spiega perchè io ti abbia scelto!
Poesia Erotica: E batte un palpito (Annachiara De Pippo & Ezio Tullo)
Zitto!
In questo gioco
parli l’inguine:
vuol recitare alla tua bocca
il rosario
dei miei appetiti.
Indecente
una preghiera
ritrovi sulla mia lingua
l’orgia di sapori
e parole pagane, tutt’uno.
Sfuggente
geometria di cosce
sbarra l’accesso
ai petali vermigli,
dove ti voglio piegare
E inferocire.
Per respirarti
non dalle labbra rosa
ma da quelle infiammate,
gocciolanti
e lasciarvi la mia retta
all’infinito.
Spazzolo ciglia
in bacio di farfalla
arroccandomi
mela carnale
ai tuoi lombi
E non senti
i muscoli contrarsi?
La pelle fremere?
Le dita premere
la tua nuca contro il fatale
bassoventre?
È un’arma dolce
puntata in faccia
il tuo fucile
– testa di cobra –
Sotto il palato la canna
vibra,
quando la punta sputa
la sua gloria biancastra
concedimi il sonaglio fra le gambe
aperte
La mia testa scompare
in un triangolo d’ombra sudicia
La grotta
protesa al delirio
felice
ingoia la carne esplosa
di luce
E batte un palpito.
E batte un palpito.
E batte.
E batte.