Quale influenza ha avuto il Cristianesimo nel diffondere e consolidare nel tempo il modello sociale della donna inferiore, succube e senza parola?

A pag. 207 di “ Inchiesta sul Cristianesimo” (di Augias e Cacitti) ci si chiede: “quando il cristianesimo diventa religione di Stato, l’annuncio del Vangelo aiuta a cambiare le leggi che riguardano la posizione della donna, la sessualità, la famiglia?”. Ci si chiede insomma quale influenza abbia avuto il cristianesimo nel diffondere e consolidare nel tempo il modello sociale della donna inferiore, succube e senza parola. Secondo il prof. Cacitti la visione che i Padri della Chiesa avevano della donna, una visione contraria al femminile e in alcuni casi sintomo di vera e propria misoginia, “risponde ai criteri ordinari e abitudinari della società classica nonché giudaica”. “A ciò bisogna aggiungere l’influenza di una particolare lettura della Genesi” di cui la Bibbia riporta due diverse lezioni (ma chi lo sa? gli italiani non conoscono la Bibbia): in una versione “Dio plasma dal fango un’entità che è insieme maschile e femminile…Donna e uomo, dunque, godono di pari dignità”; nell’altra, quella della costola, la donna,“subordinata all’uomo cui deve la vita”, appare “più lontana dal modello divino”. A dire il vero Adamo, quando cede ad Eva, si dimostra ben più debole di lei che era stata tentata da Satana in persona e aveva peccato spinta dal desiderio, molto apprezzabile, di conoscenza. Ma questa interpretazione non diventa quella prevalente e, anche se nel Vangelo di Giovanni il Cristo risorto appare per primo alla Maddalena, col tempo la figura femminile rientra nei canoni tradizionali; anzi “si arriva al punto di incolpare Eva, e con lei ogni donna e il femminile, di essere l’autentica ‘ianua diaboli’, la porta (ianua) attraverso la quale il male ha fatto irruzione nel mondo”. Non è un caso infatti che Satana sia rappresentato dal serpente, ovvero dal simbolo del membro virile, incarnazione animale dell’istinto sessuale, serpe immondo che viene schiacciato coi piedi dalla casta Maria. Mentre Eva, libidinosa e peccatrice, diventa l’emblema della donna seduttrice da cui il maschio, ammaestrato dalla sorte sventurata di Adamo, deve difendersi; e lo può fare solo in due modi: il più drastico, e praticato di rado anche nel cristianesimo primitivo, è la castrazione, un espediente che dice quanto indomabile sia sentito da alcuni il desiderio della donna; l’altro espediente, proposto ancora oggi, è quello di mutilare e reprimere la donna attraverso la figura della casta Maria. Figura asessuata, sempre vergine, modello ideale per legittimare il controllo sul corpo e sulla vita delle donne, a partire dalla famiglia, dal clan, con la complicità delle donne stesse che, vittime dell’educazione familiare, religiosa e del condizionamento sociale, ne introiettano la figura e la trasmettono alle figlie. Da ultimo va poi aggiunto che ha contribuito al consolidamento della disistima e della insignificanza sociale delle donne il dualismo culturale che sta a fondamento del cristianesimo: il vivere l’anima e il corpo come divisi e nemici, (svalutando il corpo, e dunque il sesso, a favore della vita spirituale), il negare valore alla vita terrena, (proiettando l’esistenza umana nella conquista della vita eterna); questa visione dualistica del mondo che, svalutando la corporeità, ha svalutato contemporaneamente anche l’immagine la donna, esprime una filosofia della vita che urta contro un dato di natura ineliminabile: nella specie umana la conservazione della specie viene garantita attraverso un elemento molto efficace, quasi una ingegnosa trovata della selezione naturale: la ricerca del piacere. Un impulso istintivo e indomabile di cui i padri del cristianesimo devono essersi sentiti tanto più colpevoli quanto più lo avvertivano misterioso ed incontrollabile. E la donna, l’essere misterioso il cui ciclo la lega alla luna, il cui vaso perde sangue quando non accoglie un bambino, rappresentava in quel mondo arcaico il capro espiatorio ideale, come lo rappresenta tuttora nelle società intrise di senso del magico ed analfabete dal punto di vista scientifico. La casta Maria dunque deve dire: “non lo fo per piacer mio ma per dar dei figli a Dio”; la donna che prova piacere, invece è figlia di Eva, è colpevole e peccatrice. Quanto grave per la salute dell’anima sia il piacere che offre la vita sessuale ce lo dice S. Girolamo “ E’ adultero chi ama troppo ardentemente la moglie…L’uomo saggio deve amare con giudizio non con passione”, oppure S. Gregorio: “Il piacere non può mai essere senza peccato…nella colpa sono stato generato, nel peccato mi ha concepito mia madre”; ma nella “Mulieris dignitatem” papa Wojtyla non si esprime molto diversamente: “ ciascun uomo deve guardare dentro di sé e vedere se colei che gli è affidata (sic!) come sorella nella stessa umanità, come sposa, non sia diventata nel suo cuore oggetto di adulterio”. Una domanda: una religione basata su queste premesse può avere un rapporto sano con la sessualità?

11 pensieri su “Quale influenza ha avuto il Cristianesimo nel diffondere e consolidare nel tempo il modello sociale della donna inferiore, succube e senza parola?

  1. Cara Fiorella, il cristianesimo ha donato al sesso, all’amor carnale, l’unica cosa che prima gli mancava: uno scopo sovrannaturale oltre a quelli naturali che tutti conosciamo. Cos’altro è il detto che citavi tu, “non lo fo per piacere mio ma per dar dei figli a Dio”, se non la più poetica delle giustificazioni di cui una coscienza può ammantarsi per copulare in santa (!) pace? Poco importa se è una coscienza sincera o meno. Un’educazione cristiana all’amore è finalizzata a renderlo compiuto e non a menomarlo, nessun santo ha mai pensato di colpevolizzare o tantomeno proibire il sesso, il cattolicesimo non è il puritanesimo, fonte di psicopatologie, non a caso da sempre tollera i lupanari (di case di tolleranza era pieno lo Stato pontificio). E nemmeno è un caso che, se ben noti, in tutti i paesi latini, atavicamente goderecci e calienti, il cattolicesimo abbia prosperato, al contrario che nei paesi nordici dove è stato perlopiù rifiutato in favore del puritanesimo; le religioni subiscono la stessa selezione delle specie a livello culturale e se non sono compatibili con la vita scompaiono o s’intorpidiscono nei secoli. Perciò un vero cristiano, anzi un vero cattolico nell’amplesso dovrebbe godere di più e non di meno di un libertino, tutto in questa religione infatti spinge (a partire dal rifiuto del preservativo) all’amore “a rischio”, ovvero alla sfrenatezza dionisiaca eccitata ancor di più dalla rigidità apollinea della dottrina. nozze

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    • Gentile Vento dell’ Ovest,
      ti ringrazio in primis del commento che hai postato e ti rimando per quanto riguarda il Cattolicesimo alla sezione dei post che puoi trovare in alto sulla mia home che trattano dei “Vivi Carnali e Vivi Spirituali” ( qui ti indico il primo della serie dei link : https://iridedilucecoeva.wordpress.com/vizi-«carnali»-e-vizi-«spirituali»-il-peccato-tra-anima-e-corpo/ ). Ci tengo a precisare che qualsivoglia credo religioso ha influito, a mio avviso, negativamente sull’emancipazione della donna. Nel tempo affronterò vari aspetti di questa tematica a me cara. Non mi è piaciuto il tono con il quale mi hai scritto, indice forse dal tuo indottrinamento ( evidente dalle tue parole) e ti consiglio la lettura dell’inchiesta pubblicata da Carmelo Abbate “Sex and The Vatican” che denuncia a pieno titolo l’ipocrisia intrinseca all’Istituzione “Chiesa Cattolica Universale” e suo relativo insegnamento morale, sul quale ci dovremmo tutti interrogare.
      Infine a mio parere, spesso e volentieri ci si dimentica che siamo animali mammiferi, e la natura non contempla (Ahimè!) nessuna regola sull’atto sessuale. Per natura non esiste la morale: quest’ultima è scaturita dal vivere sociale dell’uomo, in quanto animale pensante. Ti invito a rispettare il pensiero libero di una donna, me stessa e anche di altredonne che magari condividono la mia medesima posizione e non hanno la forza di esprimerla; credimi sono tante, troppe ed io presto loro la voce.

      Un saluto Urbi et Orbis

      Fiorella Iridediluce

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  2. Se fosse come dici tu non esisterebbero tabù naturali come l’incesto, lo stupro, la pederastia, ecc. La natura si ribella alle ingiustizie e infatti in caso di incesto produce figli deformi, in caso di stupro o di pederastia produce sindromi e malattie mentali, ecc. L’uomo è animale sociale oltre che homo eroticus (ricordi Aristotele, il pagano?), per questo il senso della morale è immanente alla sua natura. Istituzioni come quella matrimoniale sono naturali al punto che anche i pagani, che non ricevettero alcuna legge dal cielo, poterono comprenderle (secondo un altro pagano, Cicerone, il matrimonio è consortium totius vitae!). Quello che io dico è frutto di tutto ciò che ho studiato, pensato e vissuto, mi dispiace se per esprimerlo ho usato un tono poco simpatico ma altrettanto poco simpatico è da parte tua tacciarmi di indottrinamento, che è l’accusa che oggigiorno il pensiero debole si riserva di lanciare contro ogni pensiero forte per deleggittirmalo. Il mio concetto di rispettare qualcuno non è certo sottacere la verità. Comunque ti consiglio due letture illuminanti su questo argomento: Camillo Langone, “La vera religione spiegata alle ragazze” e Joseph Ratzinger, “Deus caritas est”. Osa comprarli, Fiorella, potrebbero spiazzarti!

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    • Nella lettura non cerco verità assolute, da tale atto mi formo un’opinione; resto sulle mie posizioni rispettando il tuo pensiero. Sono felice di essere giunta alla mia personale liberazione da ogni tipo di religione :). Mi sento libera di esprimere la mia personale opinione. Non ritengo di appartenere al pensiero debole e semplicemente non riconosco la Chiesa come istituzione, ancor meno come dispensatrice di verità.
      🙂

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  3. Gentile Fiorella, ho appena preso visione di deliranti commenti in risposta al tuo illuminante articolo. Ma costoro in che favola vivono? Che droghe usano? Suggerirei loro di tornare sui banchi della scuola materna visto l’imo risultato dei loro para-studi simili a cartoons. Un saluto

    Maurizio Verdiani

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    • Posso capire la partigianeria e tutto quanto, ma se non si hanno argomenti è forse meglio tacere invece che insultare a sproposito. Non vado in giro con le mostrine sulla giacca, ma so che studiare sempre è il miglior modo per non trovarsi mai nella situazione di dover insultare l’avversario per la propria mancanza di argomenti.

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      • Ma chi vuoi convincere? Te stesso? Con queste corbellerie da strapazzo offendi prima la tua intelligenza poi quella altrui. La tua coltura non cultura non mi interessa.
        Maurizio Verdiani

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          • Ora sento di intervenire.
            Rifletto: per me sei tu Vento dell’Ovest, di cui non ho il piacere di conoscere nemmeno il nome il nome di battesimo, ad essere sconosciuto. No ti sei nemmeno presentato. Ti celi forse dietro la testata giornalistica che pubblica i tuoi scritti e trai forza da questo?
            Io Iridediluce, insieme a Maurizio Verdiani, Maria Pia Carlucci e Stefano Capecchi, conosciuti meglio come TheCoevas, siamo stati, sì anche noi editi dalla Bastogi editrice, ma non ci siamo mica celati come hai fatto tu. Qualsiasi altro Blogger di WordPress, o di qualsivoglia altra piattaforma, cui esprimo la mia stima, si sono prima presentati e poi si sono espressi in toni differenti da quelli usati da te, anche nel disaccordo: cosa cerchi lo scontro? Oppure il tuo attimo di gloria?
            Per onestà intellettuale, qualora tu voglia ancora commentare, ti assicuro che troverai la pubblicazione su questo anfratto virtuale, ma non troverai da parte mia risposta, dal momento che non intendo la comunicazione uno sproloquio retorico e non spreco energie e tempo, che sono per me preziosi, in un confronto sterile. Non hai da comunicarmi nulla di cui io sia interessata.
            Grazie
            Iridediluce

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            • Sulla testata giornalistica che pubblica i miei scritti è facilmente visibile il mio nome, per chi è interessato a saperlo. Non cerco di certo la gloria (non scriverei qui per quella), tantomeno cerco lo scontro, anzi mi dispiace che il mio primo commento sia stato percepito come “scontroso”. Intendevo al contrario instaurare un dia-logos con chi ha posizioni affatto diverse dalle mie su molti temi, ma delle quali apprezzo comunque la passione per Eros. Come sintetizzavo prima Eros è infatti conditio sine qua non di Agape, e non lo dico io. Ho letto poi il post sul cristianesimo e mi sono sentito in dovere di controbattere, visto che nessuno l’aveva fatto. Mi dispiace solo che da questi argomenti così importanti si sia finiti a (stra)parlare, anche se non per colpa tua, di asili nido e biberon…
              Paolo Carcano

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