Kafka: La metamorfosi

«Un mattino, al risveglio da sogni inquieti, Gregor Samsa si trovò trasformato in un enorme insetto.» È questa la storia di un giovane ritrovatosi improvvisamente scarafaggio, ed altrettanto repentinamente misconosciuto da quella che era, e che solo da parte del protagonista continua ad essere considerata tale, la sua triste famiglia. Samsa si vede repentinamente strappato dalla sua quiete quotidiana, dagli affetti famigliari (essi stentano perfino a credere che quell’essere sia il proprio figlio e fratello) e da qualsiasi tipo di interazione; e e mutato in qualsiasi caratteristica corporea ed interlocutiva, è costretto dalla sua nuova natura a cmbiare qualsiasi abitudine; ma il dramma psicologico che il protagonista è costretto ad affrontare lo porterà presto alla morte.

Agghiacciante; ecco l’aggettivo meglio descrivente questo breve racconto. Ne La Metamorfosi Kafka è riuscito a delineare con pochi, semplici tratti delle sensazioni forti e vivide, strazianti nella loro verosimiglianza. Da una breve analisi dell’opera possiamo distinguere due filoni paralleli di significato simbolico: potremmo, infatti, definire il racconto sia un’allegoria del tempo in cui è vissuto l’autore (chiave universale), sia una della vita personale dello stesso (chiave personale).

Per quanto riguarda l’interpretazione universale dell’opera, possiamo identificare Gregor (commesso viaggiatore) con il popolo Ebraico disperso nella diaspora (di cui kafka fa parte) e mistrattato dalla società come disumano; oppure, considerando nella chiave personale Gregor come l’autore stesso (e quella metamorfosi potrebbe significare la sua stessa malattia, oltre al suo personale malessere a causa della palese superiorità sensitiva dello scrittore?), la figura amica della sorella come quella di Ottla, e quella crudele del padre come quella dello stesso per Kafka.

Al di là di questo, in ogni caso, i ruoli di ogni singolo personaggi appaiono indistinti a livello morale. Gregor è vittima o eroe molare? Ed il padre è vittima o carnefice?

Sicuro è che la madre e sorella sono vittime altamente sensibili, che estraneano la loro sofferenza in maniere diametralmente opposte; ma quanto al giovane protagonista non possiamo affermare questo altrettanto sicuramente. Egli allo stesso tempo è vittima di ciò che gli è accaduto fisicamente, e delle ripercussioni che il suo cambiamento ha comportato alla sua vita; ma è sicuramente eroe in quanto soffre l’odio ed il disprezzo della famiglia senza potere difendersi, e progressivamente lasciandosi morire per redimere i famigliari dal grande peso della sua stessa esistenza. D’altro canto il padre risulta figura antagonista per eccellenza di Gregor; ma anch’egli, come madre e sorella, può essere considerato vittima, poiché la sua veemenza e crudeltà sono frutto della sua reazione verso la metamorfosi del figlio.

L’efficacia della tecnica è anche data dallo stile scrittorio secco e stridente dell’autore, che descrive con assoluta calma e freddezza episodi tragici e straordinari, come fossero elementi della realtà quotidiana.

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