Stéphane Mallarmé

Stephane_MallarmeStéphane Mallarmé, il cui vero nome era Étienne, nacque a Parigi nel 1842. Figlio di un funzionario pubblico, perse la madre all’età di cinque anni e venne quindi allevato, insieme alla sorella Marie, dai nonni materni. Nel 1853 venne espulso, per cattiva condotta, dal collegio di Auteuil e si iscrisse così all’università imperiale di Sens, città dove viveva il padre, che nel frattempo si era risposato. Pochi anni dopo, nel 1857 Mallarmé dovette affrontare un altro grave lutto famigliare, la morte della sorella appena tredicenne. La perdita della madre in tenera età e dell’unica sorella a cui era molto legato hanno indotto Stéphane a chiudersi in se stesso e a sviluppare la propria vena poetica, caratterizzata, in numerose opere giovanili, dal tema della morte; in particolare il racconto “Ce que disaient les trois cigognes” ed alcuni dei componimenti delle settantaquattro poesie della raccolta “Entre quatre murs”, composte nel periodo 1859-1860.

I suoi autori preferiti furono Edgar Alan Poe, di cui tradusse alcune composizioni, Baudelaire e Victor Hugo.

Assunto nel 1860 all’Ufficio del Registro, secondo il desiderio del padre, Stéphane lasciò dopo soli due anni il lavoro per trasferirsi a Londra. Qui conobbe Marie Gerhardt, una ragazza tedesca di sette anni più anziana, che sposò l’anno successivo, subito dopo la morte del padre. Alla fine del 1863 Stéphane ottenne l’abilitazione ad insegnare inglese presso il liceo di Tournon, ma, benché attivo sul versante delle pubblicazioni scolastiche su commissione “Petite Philologie à l’usage des classes et du monde: les Mots anglais” nel 1877, “Nouvelle mythologie illustrée” nel 1880 e “Recueil de lectures anglaises” nel 1885, si disinteressò rapidamente dell’insegnamento. Il tenore di vita che gli permetteva di condurre era piuttosto modesto e le poesie che aveva nel frattempo pubblicato gli valsero non pochi giudizi negativi da parte degli ispettori scolastici, unitamente alle lamentele dei genitori degli allievi.

Nel 1864 ebbe la prima figlia, Geneviéve e dopo soli tre anni vissuti a Tournon si trasefrì a Besançon, ma qui rimase per un solo anno, in conseguenza alla nomina di insegnante ad Avignone.

Nel 1870, ottenne un lungo periodo di riposo e ne approfittò per dare lezioni private. Alla fine della guerra franco-prussiana, si recò dapprima a Parigi, alla ricerca di un lavoro nelle biblioteche, ma senza ottenerlo, e quindi a Londra. Fu però solo nel 1871, grazie ad una nomina al Liceo Fontanes (oggi Liceo Condorcet) che si trasferì nella capitale francese. Nel frattempo la moglie Marie diede alla luce il secondo figlio, Anatole.

Per una ventina di anni, Mallarmé dovette ancora sacrificare una grande parte del suo tempo al “miserable collège”. In questo periodo di crisi intensificò le riunioni letterarie: ad Avignone con Théodore Aubanel, Frédéric Mistral e la cerchia dei felibristi, e, nell’occasione di un viaggio a Parigi, con Catulle Mendès, che gli presentò Villiers dell’Isle-Adam e gli fece scoprire la musica di Wagner. Mendès è il creatore della “Revue fantaisiste”, intorno della quale si sono raccolti i poeti parnassiani, ed è nella prima edizione del “Parnasse contemporain” che pubblicò nel 1866 undici poesie “baudelairiane”, fra cui “l’Azur”, “Brise marine” e “Les Fenêtres”. Tre anni più tardi, Mallarmé uscirono “Igitur” e “Folie di Elbehnon” (1869). La pubblicazione di “Après-midi d’un faune” (1876) e l’elogio che ne fece Huysmans in uno dei suoi romanzi segnarono l’inizio della celebrità da cui Mallarmé venne dapprima riconosciuto come maestro dai giovani poeti simbolisti e dopo la morte di Verlaine come “principe dei poeti”.

Dal 1893, con il pretesto di una salute cagionevole e grazie ad alcuni appoggi, ottenne il pensionamento anticipato, poté così dedicarsi interamente alle sue ricerche poetiche, dividendo ormai la sua vita tra Parigi e la dimora di Valvins, nei pressi di Fontainebleau.

Morì prematuramente il 9 settembre 1898, a soli 57 anni, colpito da uno spasmo faringeo.

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