I peccati delle donne nel Medioevo

I peccati delle donne nel Medioevo di Georges Duby è un libro illuminante. Non fatevi spaventare dal fatto che è una ricerca storica, scritta da un eminente studioso. Infatti è scritto in modo comprensibilissimo, pur non trattandosi di un romanzetto, ed è pieno di curiosità.

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Nel XII secolo la Chiesa forniva ai suoi ministri dei volumetti con le indicazioni per la confessione. Ogni volume riportava, a seconda delle categorie cui ci si rivolgeva, una serie di domande da fare. Ora, non immaginatevi le confessioni cui siamo abituati oggi: sono davvero poca roba.
All’epoca ti venivano chiesti dettagli che oggi manco in un forum erotico descriveremmo. Santa madre chiesa doveva controllare non solo ogni azione, ma anche ogni pensiero dei suoi figlioli, con un certo qual interesse da parte di ascoltava le risposte.
Ora, se pensiamo che le donne del medioevo fossero delle damine tranquille e nullafacenti, ci stiamo proprio sbagliando. Con questi mariti sempre in guerra, tra un reame da controllare e una crociata cui partecipare, dovevano pur passare il tempo e di uomini a corte ne giravano parecchi.
Anche di donne, a dire la verità. Come nei conventi, anche nei ginecei di ogni tempo e latitudine si sviluppavano più facilmente pratiche e orientamenti omosessuali. Se però le donne calcavano troppo la mano e davano a vedere di essere troppo indipendenti, in un secondo venivano tacciate di stregoneria.
Se volete scoprire cosa combinavano le nostre sorelle nei secoli passati, impegnatevi in questa lettura e scoprirete che, per quanto possiamo ritenerci emancipate in fatto di sesso, non abbiamo inventato (quasi) niente.
La citazione: “Hai fatto quel che certe donne hanno l’abitudine di fare, hai fabbricato una certa macchina della grandezza adatta a te, l’hai usata nello spazio del tuo sesso o in quello di una compagna e hai fornicato con altre donne cattive o altre con te, con questo strumento o altro?“.

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